mercoledì, luglio 20, 2011

Chernobyl, 25 anni dopo



26 aprile 1986: il giorno del più grave disastro nucleare della storia. A distanza di 25 anni, l'area conta qualche centinaio di abitanti. Ma la paura rimane…

Pochi anni prima della sua distruzione, era un importante centro industriale e commerciale dell'Ucraina settentrionale, a 100 km a Nord di Kiev. Il nome della città deriva da una combinazione tra chornyi e byllia ed il suo significato letterale sarebbe "stelo d’erba nero". Nel suo nome, il suo destino.

Il disastro nucleare è accaduto nei pressi della città di Pripjat, di cui rimane soltanto mura, macerie e desolazione. Černobyl, a solo 30 km dalla centrale, è stata relativamente poco colpita rispetto alle altre città limitrofe: le sue radiazioni sono state diffuse rapidamente verso nord, in Bielorussia. Per poi giungere in Europa. Un'emissione centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

A causare la catastrofe ambientale una serie di cause concatenate causate da errori del personale: nel corso di una simulazione di guasto al sistema di raffreddamento, le barre di uranio del nocciolo del reattore nucleare si surriscaldarono per davvero, fino alla fusione del nocciolo del reattore n° 4, con due conseguenti esplosioni che fecero scoperchiare la copertura e disperdere nell'aria le particelle radioattive. 36 ore dopo l'incidente l'area di Černobyl fu evacuata.

Nell'ottobre del 1988 si pensò di radere al suolo una parte della città a causa del forte inquinamento radioattivo, ma tale soluzione avrebbe prodotto un ulteriore sollevamento di particelle che si erano depositate negli anni. Oggi vi risiedono ancora operai governativi, impegnati nella rimozione delle scorie nucleari. E 700 persone, soprattutto anziani, che hanno scelto di tornare alle loro case, incuranti del pericolo.

Dopo 25 anni, il bilancio della catastrofe suscita ancora controversie. Secondo le autorità ucraine 5 milioni di persone hanno sofferto le conseguenze della tragedia. Per Greenpeace il numero varierebbe da 100 mila a 400 mila. Secondo uno studio pubblicato del 2006, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Chernobyl sono stimati in 270mila. Ma l'Unscear, la commissione scientifica dell'Onu per gli effetti delle radiazioni nucleari, riconosce solo 31 vittime dirette dell'incidente, tra operatori e pompieri. Perplessità. Numeri a parte, Cernobyl ha comunque insegnato qualcosa all’umanità intera. Non dimentichiamolo.


(da http://viaggi.libero.it/news)

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