venerdì, marzo 05, 2010

La Grande Visione di Alce Nero



Alce Nero ricevette la sua Grande Visione da bambino, all’età di 9 anni, quando la sua mente venne “rapita tra le nuvole” e condotta presso i “sei antenati”, personificazione dei poteri delle direzioni dello spazio, che lo investirono di una missione di guida del suo popolo.
La visione è particolarmente complessa e il suo simbolismo, strettamente legato alla tradizione Lakota, è di difficile decifrazione. Ci limiteremo perciò a riassumerne alcuni punti salienti, in cui emergono chiaramente alcuni dati simbolici di carattere universale comuni a tutte le tradizioni. A tal fine, faremo riferimento alle notazioni stenografiche di Neihardt raccolte nel libro “Il sesto antenato”, differenti in alcune parti dall’esposizione letteraria e poetica del libro “Alce nero parla”.
Nella sua esperienza visionaria, Alce Nero si “stacca” dal proprio, corpo, che appare ai genitori e agli altri membri della tribù come caduto in stato d’incoscienza e, richiamato dagli antenati, sale su una nuvola. Dopo che gli sono stati mostrati i cavalli delle quattro direzioni dello spazio, è condotto attraverso la “porta d’arcobaleno” al “tepee di nuvola” degli antenati, che gli dicono: “I tuoi antenati di tutto il mondo e di tutta la terra stanno tenendo consiglio e tu sei stato chiamato, così eccoti qui. Osserva allora coloro dove cala il sole; da là verranno, vedrai. Da essi tu conoscerai il potere di volontà di me stesso, poiché essi ti porteranno al centro della terra, e le nazioni di ogni genere tremeranno. Osserva il sole dove brilla incessantemente, poiché essi ti porteranno là.”[9].
Gli antenati gli mostrano due strade che si estendono sulla terra: la strada sacra rossa, da nord a sud (la strada degli spiriti buoni, dei poteri benefici e di guarigione) e la strada nera, da est ad ovest (la strada degli Esseri del Tuono, della paura, dei poteri distruttivi e guerreschi).[10] Tale simbolismo richiama la consueta bipolarità dell’influenza spirituale nei suoi due aspetti di misericordia e rigore, come sono ravvisati anche in altre forme tradizionali.[11]
Gli viene fatta percorrere la strada sacra nera che va da ovest ad est e deve sconfiggere un nemico, lo spirito dell’acqua; poi deve percorrere la strada rossa che va da sud a nord, ricevendo così poteri salvifici. Gli è conferito il Cerchio Sacro della nazione, con la missione di guidarla, e gli è ingiunto di recarsi al suo centro: “Guarda, quando andrai al centro del cerchio della nazione tu correrai i quattro quarti.” (nessuno sarà sacro di fronte a me [dice Alce Nero]. Dovunque andrò, di fronte a me non vi sarà compito arduo. Ogni compito che intraprenderò arriverò a portarlo a termine. Non sarà mai difficile per me)[12] . In seguito sono conferiti ad Alce Nero il potere dell’erba di guarigione del nord e il sacro bastone. Il pioppo sacro della nazione, che non era mai fiorito per il sopraggiungere dell’uomo bianco, è posto al centro del cerchio.[13].
La visione di Alce Nero assume poi un carattere guerresco. Egli compie, insieme con altri cavalieri, una carica a cavallo, al culmine della quale uccide un cane caratterizzato dall’avere un lato bianco e l’altro nero[14] (un evidente simbolo della dualità cosmica come il pavimento a scacchi massonico). Gli è poi data l’erba del potere dell’ovest e gli appaiono le quattro vergini dell’universo, una delle quali porta la sacra pipa; dopo di ciò tutta la natura rifiorisce. Indi Alce Nero è portato “al centro della terra e sulla cima della montagna; gli è donata l’erba della stella del mattino, il cui potere consente di condurre a compimento qualsiasi impresa”[15] Dice Alce Nero: “Mi avevano portato in tutto il mondo e mostrato tutti i poteri. Mi portarono al centro della terra per rivedere tutto. Quest’ultimo canto significa che avevo già visto tutte queste cose. Dovevo vedere il bene e il male. Dovevo vedere cosa era buono per gli esseri umani e cosa non lo era.”[16]La visione assume un carattere apocalittico quando gli è donata l’erba del soldato, dotata di un terribile potere distruttivo, e gli viene annunciato: “ci sarà lotta fra le nazioni e tu difenderai il tuo popolo con quest’erba”[17]. Ricondotto presso gli antenati, che gli conferiscono altri poteri e lo confermano nella sua missione, Alce nero comprende di essere lui stesso il “Sesto Antenato”, che rappresenta lo spirito dell’Uomo. Esce poi dal tepee di nuvola degli antenati, che vede svanire, ed il cui posto è preso da una grande montagna, identificata come Harney Peak, sulle Colline Nere, il centro sacro dei Lakota. Ritorna infine a casa, scortato dall’aquila chiazzata simbolo di Wakan Tanka e, dopo dodici giorni, “rientra” nel suo corpo di fanciullo e riprende la coscienza ordinaria, risvegliandosi nel tepee dei genitori[18].

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