mercoledì, luglio 27, 2011

Il Grande Spirito parla al nostro cuore


CANZONE DELLA LUNA NUOVA - Takelma
da: "49 canti degli Indiani d'America" Ed. Mondadori

Io prospererò, e rimarrò, e anche se i malevoli dicessero:
«Vorrei che fosse morto!", proprio come te risorgerò ogni volta; come risorgi tu, dopo che i rospi della notte e i ramarri ti hanno divorata. Tu torni sempre e proprio come te io tornerò al momento giusto, ritornerò.

LA CREAZIONE DEL CIELO
La Prima Donna dispose le stelle
per aiutare la Luna a far luce.
Ad una ad una le ordinò per bene,
in forma di animali luccicanti
appesi alla notte.
Ma il Vecchio Coyote irruppe festoso,
e sparse le stelle come oggi le vedi.
(Algonkin Blackfeet)

tratta da: Canti degli Indiani d'America

Chochise

FRATELLI MIEI - Tatanka Iyotake o Tatanka Yotanka,Toro Seduto, Sioux
da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore" Ed. Red Acquista

Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;
la terra ha ricevuto l'abbraccio del sole
e noi vedremo presto i risultati di questo amore!
Ogni seme si è svegliato.
E così anche tutta la vita animale.
E grazie a questo potere che noi esistiamo.
Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,
anche ai nostri vicini animali,
il nostro stesso diritto di abitare questa terra.

LA PIOGGIA-BAMBINO
da: "49 canti degli Indiani d'America" Ed. Mondatori

Nella Donna-Sorgente ancora una volta,
cade una goccia dell'Uomo-Acqua,
dà vita, all'incontro, alla Pioggia-Bambino.

(Navajo)

mercoledì, luglio 20, 2011

Chernobyl, 25 anni dopo



26 aprile 1986: il giorno del più grave disastro nucleare della storia. A distanza di 25 anni, l'area conta qualche centinaio di abitanti. Ma la paura rimane…

Pochi anni prima della sua distruzione, era un importante centro industriale e commerciale dell'Ucraina settentrionale, a 100 km a Nord di Kiev. Il nome della città deriva da una combinazione tra chornyi e byllia ed il suo significato letterale sarebbe "stelo d’erba nero". Nel suo nome, il suo destino.

Il disastro nucleare è accaduto nei pressi della città di Pripjat, di cui rimane soltanto mura, macerie e desolazione. Černobyl, a solo 30 km dalla centrale, è stata relativamente poco colpita rispetto alle altre città limitrofe: le sue radiazioni sono state diffuse rapidamente verso nord, in Bielorussia. Per poi giungere in Europa. Un'emissione centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

A causare la catastrofe ambientale una serie di cause concatenate causate da errori del personale: nel corso di una simulazione di guasto al sistema di raffreddamento, le barre di uranio del nocciolo del reattore nucleare si surriscaldarono per davvero, fino alla fusione del nocciolo del reattore n° 4, con due conseguenti esplosioni che fecero scoperchiare la copertura e disperdere nell'aria le particelle radioattive. 36 ore dopo l'incidente l'area di Černobyl fu evacuata.

Nell'ottobre del 1988 si pensò di radere al suolo una parte della città a causa del forte inquinamento radioattivo, ma tale soluzione avrebbe prodotto un ulteriore sollevamento di particelle che si erano depositate negli anni. Oggi vi risiedono ancora operai governativi, impegnati nella rimozione delle scorie nucleari. E 700 persone, soprattutto anziani, che hanno scelto di tornare alle loro case, incuranti del pericolo.

Dopo 25 anni, il bilancio della catastrofe suscita ancora controversie. Secondo le autorità ucraine 5 milioni di persone hanno sofferto le conseguenze della tragedia. Per Greenpeace il numero varierebbe da 100 mila a 400 mila. Secondo uno studio pubblicato del 2006, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Chernobyl sono stimati in 270mila. Ma l'Unscear, la commissione scientifica dell'Onu per gli effetti delle radiazioni nucleari, riconosce solo 31 vittime dirette dell'incidente, tra operatori e pompieri. Perplessità. Numeri a parte, Cernobyl ha comunque insegnato qualcosa all’umanità intera. Non dimentichiamolo.


(da http://viaggi.libero.it/news)

lunedì, luglio 04, 2011

Il Labirinto più grande al mondo


Sta sorgendo a Fontanellato (Parma) il più grande labirinto del mondo, da un'idea di Franco Maria Ricci: un personaggio che per molti anni ha disegnato libri d'arte sofisticati e una rivista storica (la FMR). Ora, a 72 anni, ha deciso di dedicarsi a questa sua grande passione, ovvero realizzare quello che al termine dei lavori (previsto per il 2013) sarà il più grande labirinto del mondo, fatto di piante. Si cercherà di terminare i lavori nel 2013 in quanto in quell'anno cadrà il bicentenario della morte di Giambattista Bodoni, famoso incisore, tipografo e stampatore italiano morto a Parma il 29/11/1813.
Il labirinto ha sempre evocato grande fascino nei popoli e in ogni epoca: il labirinto è una struttura, solitamente di vaste dimensioni, costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l'uscita (definizione di wikipedia). La memoria va subito al mitico labirinto di Cnosso, che secondo la mitologia greca fu fatto costruire dal Re Minosse sull'isola di Creta per racchiudervi il Minotauro (il mostro che era nato dall'unione tra sua moglie e un toro): il labirinto era stato costruito dalla mente geniale di Dedalo, assieme ad Icaro, ed era così intricato che loro stessi ne rimasero prigionieri al termine della costruzione (fu in questa occasione che Dedalo costruì delle ali che, appiccicandole alle spalle con della cera, permise loro di volare ed uscirne fuori). Il Minotauro (che divorava ogni anno sette bambini e sette bambine di Atene) fu poi ucciso da Teseo, il quale uscì dal labirinto grazie al filo che Arianna gli aveva dato e che aveva lasciato scorrere lungo il suo percorso.
Ma torniamo alla notizia, che ho trovato sull'inserto Il Venerdì del quotidiano la Repubblica del 04/06/2010 (articolo di Alessandro Gandolfi). Dunque il sig. Franco Maria Ricci vuole realizzare questo enorme labirinto vegetale: 8 ettari di superficie, un quadrato con lato di 300 metri, per un percorso totale al suo interno di ben 3 km costituito da “muri” vegetali di bambù alti ben 5 metri (sono state piantate 60.000 piante di bambù di 25 specie diverse provenienti dalla Liguria, dalla Francia e dalla Cina settentrionale)! Questo labirinto sarà l'attrazione principale di un parco culturale aperto al pubblico e guidato da una fondazione: ospiterà un museo, un ristorante, un'area per esposizioni temporanee e una libreria. All'uscita del labiritno ci sarà una cappella a forma di piramide perchè, come dice Ricci, è “simbolo della Trinità cattolica ma anche della massoneria, dei rivoluzionari, del laicismo e in generale del mistero”. L'idea di quest'opera gli è venuta perchè come dice lui stesso “Ho sempre pensato che un uomo a 65 anni dovrebbe smettere di fare ciò che ha fatto per una vita” ma anche, e soprattutto, per dare un segnale di contrasto alla crisi in cui versano i musei pubblici. Dice infatti: “Il visitatore oggi entra nei castelli, ammira le mostre tematiche, è attratto dalle collezioni private rese attraenti da una bella confezione. Ecco, il parco permetterà ai visitatori di trascorrere una domenica diversa, di godere delle opere d'arte ma anche di divertirsi”. Il labirinto è stato disegnato dallo stesso Ricci assieme all'architetto torinese Davide Dutto ed è stato ispirato da due mosaici romani, uno conservato al Kunsthistoriches Museum di Vienna ed uno al Museo del Bardo di Tunisi.
Molto tempo fa, Franco Maria Ricci parlò di questa sua idea con Jorge Luis Borges (grande scrittore e poeta argentino morto nel 1966), il quale gli disse: “Il tuo labirinto non sarà mai il più grande del mondo, il più grande è il deserto”.

(articolo tratto da http://90meteo.blogspot.com)