giovedì, maggio 27, 2010

"Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo..."



Grande Spirito, preservami dal giudicare un uomo non prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini.
Guerriero Apache anonimo

Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo. Molti miei amici sono nati con la pelle gialla, nera o bianca. Ci sono fiori dai colori diversi ed ognuno di essi é bello. Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore, vadano d'accordo e lavorino insieme, senza che la maggioranza cerchi di uniformare gli altri al proprio volere.
Tatanga Mani

Chi vuol essere un uomo giusto deve rispettare tutte le forme di vita su questa terra, il cielo, la luna, il sole, le stelle e quello che la natura ci dà. Se a casa sua arriva qualcuno ed é povero, gli deve dare alloggio, da mangiare e da vestire. Così si dovrebbe comportare un uomo giusto.
(dal compito scritto di un bambino di 12 anni: Kim Katsitsiosta)

Tratta tutti gli uomini come se fossero tuoi parenti.
Proverbio Navajo

"Nel cuore di ogni uomo è radicato un appetito spirituale per una fede assoluta, duratura
e positiva in un'esistenza futura. Essa lo rende tranquillo. Una fede di questo tipo è la base
indispensabile della personalità. Ma un buon numero di giovani non hanno quest'ancora di
salvezza per la propria anima."
Thomas Wildcat Alford, Shawnee

"Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra,
dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono
meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di
tutte le creature che vivono sulla terra. Noi siamo in grado di prenderci cura di loro".
Shenandoah

"Lungo il cammino delle vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità.
Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia
ogni volta che potete!"
Proverbio Sioux

Gli anziani meritano il massimo rispetto, perché ci hanno tramandato le tradizioni,
la cultura e la Lingua. Essi ancora oggi, con la loro saggezza, ci aiutano a rendere
migliore la nostra vita.
Sinta Glesha

"Non è come nasci, ma come muori, che rivela a quale popolo appartieni".
Alce Nero, 1890

"Io una volta pensai di essere l'unico uomo che continuava ad essere amico dell'uomo bianco, ma da quando sono venuti e hanno vuotato le nostre tende, rubato i cavalli e ogni altra cosa, è difficile per me credere ancora agli uomini bianchi".
Pentola Nera dei Cheyenne meridionali

giovedì, maggio 20, 2010

Ho pena delle stelle



Ho pena delle stelle
che brillano da tanto tempo,
da tanto tempo...
Ho pena delle stelle.
Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio?
Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l'essere triste lume o un sorriso...
Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un'altra specie di fine,
o una grande ragione:
qualcosa così, come un perdono?

(Fernando Pessoa)

venerdì, maggio 14, 2010

"Nella storia dei celti non c' è solo l' epopea della ribellione a Roma. Si sofferma lì chi legge unicamente i fumetti di Asterix."



Articolo tratto da La Repubblica — 15 settembre 1996 - pagina 7

ROMA - Druidi e ampolle. Il grande fiume che rigenera. La Dea Sole. Dovendo fondare un movimento politico o addirittura uno Stato indipendente, si hanno davanti due strade: ricostruire una storia cercando nelle sue pieghe il filo dell' identità oppure costruire una simbologia, un apparato di miti. Umberto Bossi ha imboccato ruvidamente la seconda. E ha scelto, per il battesimo padano, il repertorio rituale degli antichi celti. Ma che fondamento storico ha questo impianto mitologico? Franco Cardini, studioso dell' età medioevale, ha pochi dubbi: "Nessun fondamento. Però non è tutta qui la questione". E cos' altro c' è? "Lo storico Lucien Febvre diceva che l' uomo non ricorda, ma ricostruisce di continuo. Non importa se la realtà mitica usata per trovare una propria identità corrisponda ai dati di fatto. Bisogna vedere se funziona allo scopo. In ogni caso mi meraviglia che abbiano adottato i celti, la cui storia rimanda più all' idea di integrazione che non di secessione". "Mi sembra un pastone, un assemblaggio di frammenti", incalza Enzo Pace, sociologo delle religioni. "Nella storia dei celti non c' è solo l' epopea della ribellione a Roma. Si sofferma lì chi legge unicamente i fumetti di Asterix". Ma i riti celebrati sul Po corrispondono a quelli degli antichi celti? "La loro era una religione politeista", risponde Pace, "fondata su due elementi, la fertilità e l' acqua. Accanto al dio supremo, raffigurato con le corna, c' è il dio Lugus, legato ai culti dell' acqua e all' idea di purificazione. Non credo sia casuale la coincidenza fra l' espulsione della cattolica Irene Pivetti e questo grande bagno nel paganesimo". I simboli accomunano, suggestionano. Qualcuno dice che ce n' è bisogno nel mercato asfittico delle idee. Sono un collante prepolitico e la storia ne fornisce copiosamente, con il rischio di inciamparci. Si fa confusione. Il Carroccio non compare quasi per nulla, forse è simbolo molto lombardo e poco padano... "Per questo, certamente, ma anche perché i Comuni del XII secolo non garantivano una comunanza etnica", spiega un altro medievista, Giuseppe Sergi. "Bossi è risalito più indietro per rintracciare una marcata diversità rispetto al Sud". Ma prima che ne parlasse Bossi, al Nord circolava il mito dei celti? "Non ha mai contato nulla", sostiene Pace. "La Liga veneta si rifaceva alla repubblica della Serenissima, evocava i leoni di San Marco, tutti simboli che ognuno vedeva raffigurati in insegne pubbliche, che poteva toccare scolpiti sui monumenti sui palazzi". "C' è un unico risvolto di una qualche raffinatezza", aggiunge Sergi. Quale, professore? "Mi sono sempre domandato perché dall' apparato mitico di Bossi manchino del tutto i longobardi, che in fondo sono l' unica presenza che in epoca medioevale inglobi le regioni del nord e la Toscana. Una risposta me la sono data: qualcuno della Lega deve essersi accorto che i longobardi, arrivati in Italia, abbandonarono il retroterra europeo, quei rapporti oltre le Alpi che a Bossi servono e che i celti assicurano. E poi c' è un altro motivo: i longobardi scesero anche al Sud e fondarono i ducati di Spoleto e di Benevento. Sarebbe stato un bel paradosso". - di FRANCESCO ERBANI

martedì, maggio 04, 2010

Attenti all'Uomo Bianco



Khartoum, 25 ottobre

A fine giornata, sorseggiando un karkadè, Elias (il capocantiere) mi racconta una storia divertente che mostra come i pregiudizi siano spesso soltanto dei punti di vista:

"Quando ero piccolo andavo al cinema del mio paese dove proiettavano i western americani. Guardando quei film mi ero fatto l'idea che i bianchi non facessero altro che menare le mani e sparare. Oltretutto mia madre mi diceva sempre: guarda che se non ti comporti bene chiamo l'uomo bianco che ti porta via!
Insomma, quando a dodici anni ho visto il primo bianco, sono scappato via terrorizzato gridando: attenti all'uomo bianco!"

Ridiamo, e io gli racconto che mia nonna mi spaventava allo stesso modo invocando l'uomo nero. Ridiamo di nuovo e ci accorgiamo che è davvero soltanto una questione di punti di vista.

(da "ATTENTI ALL'UOMO BIANCO - Emergency in Sudan: Diario di cantiere" di Raul Pantaleo)