giovedì, marzo 04, 2010

Alce Nero



Alce Nero, Uomo Sacro (Wichasha Wakan) e guaritore tradizionale sioux, apparteneva alla stessa comunità dei Sioux Oglala del mitico guerriero e combattente per la libertà Cavallo Pazzo, di cui era lontano cugino . A 12 anni partecipò alla battaglia di Little big Horn, nella quale una coalizione di tribù pellerossa, guidata da Toro Seduto, sconfisse il generale Custer. Fu poi testimone del massacro di Wounded Knee, che pose fine definitivamente alla resistenza contro i bianchi e causò il tracollo quasi completo della tradizione spirituale lakota. Durante tale episodio venne seriamente ferito.[5]
La vita spirituale di Alce nero fu molto difficile e complessa. All’età di 9 anni improvvisamente si ammalò, cadendo in uno stato di apparente incoscienza. Durante tale stato, che si protrasse per 12 giorni, ricevette una Grande Visione dagli “Esseri del tuono” detenenti i “poteri dell’Ovest”. L’episodio doveva segnare tutta la sua vita. A diciotto anni, stabilitosi nella riserva di Pine Ridge, vi compì il rito Heyoka (o rito del Sacro Commediante) ed altri riti tradizionali oglala; in seguito gli vennero riconosciuti dalla comunità pellerossa in cui viveva poteri di guarigione. Nel 1886 Alce nero, spinto dalla curiosità di conoscere l’ambiente originario dei bianchi, intraprese un viaggio di tre anni in Europa al seguito del circo di Buffalo Bill. Ebbe così occasione di conoscere i modi di vita occidentali e di entrare in contatto per la prima volta con la tradizione cristiana, da cui fu favorevolmente impressionato. Ritornato a Pine Ridge, partecipò alla “Danza degli spettri”, il disarmato movimento millenaristico pellerossa, guidato dall’indiano paiute Wovoka, che prometteva il riscatto dei pellerossa, la cacciata dei bianchi per opera divina , il ritorno dei bisonti e degli indiani morti. La “Danza degli spettri” ebbe termine con la brutale repressione militare statunitense culminata con l’assassinio di Toro Seduto ed il massacro di Wounded Knee. In seguito Alce Nero si unì alla chiesa cattolica e, sotto la pressione dei gesuiti della missione di Pine Ridge, abbandonò le pratiche di guaritore tradizionale, divenendo catechista e membro rispettato della comunità cattolica.
Nel 1930 Alce Nero seppe che lo scrittore e poeta del Nebraska John G. Neihardt era in visita alla riserva di Pine Ridge allo scopo di raccogliere materiali per un libro che avrebbe dovuto narrare la storia della “Danza degli spettri” e del massacro di Wounded Knee[6]. Il vecchio sioux decise di trasmettere a Neihardt il patrimonio di ricordi di cui era depositario e che rischiava, con la sua morte, di andare perso per sempre. Ma ciò che gli stava a cuore di più era trasmettere i contenuti della sua “Grande Visione”. Fra i due uomini si stabilì un rapporto molto profondo: Neihardt apparve ad Alce Nero come provvidenzialmente destinato a far conoscere al mondo la tradizione spirituale Oglala e la sua visione, e venne da lui adottato come figlio con il nome di “Arcobaleno Fiammeggiante”[7]. Il significato che ebbe per Alce Nero la visita di Neihardt è chiaramente espresso dalle parole che in una occasione il vecchio Uomo Sacro rivolse al poeta bianco:

“Prima che ti avessi mai visto mi ponevo domande sul sogno, e il tuo fratello fantasma [il Sé superiore di Neihardt] ti ha messo qui per fare del bene al tuo popolo. E attraverso te il tuo popolo avrà la conoscenza. Inoltre, questa mia visione deve uscire, sento, ma in qualche modo non riuscivo mai a trovare qualcuno che la potesse fare uscire. Ci pensavo e ripensavo ed ero triste. Volevo che il mondo la conoscesse. Sembra che il tuo fratello fantasma ti abbia mandato qui per fare questo per me. Tu sei qui e hai la visione proprio nel modo in cui volevo io, e l’albero fiorirà di nuovo, e il popolo saprà la realtà dei fatti. Noi vogliamo che quest’albero torni a fiorire nel mondo del vero che non giudica.” [8]

La fiducia di Alce Nero era ben riposta: Neihardt non solo accolse con profondissimo rispetto la visione del vecchio Uomo Sacro, ma se ne dimostrò un fedele interprete, evidenziandone i contenuti più universali e rendendola in un linguaggio poetico che ne assicurò la diffusione fra un numero enorme di lettori. L’adeguatezza di Neihardt alla funzione intravista in lui da Alce Nero fu non solo dovuta alla sua personale sensibilità per il simbolismo tradizionale, ma anche al fatto d’essere lui stesso un iniziato, avendo ricevuto l’Iniziazione, l’aumento di salario a Compagno e l’elevazione a Maestro Massone in una loggia affiliata alla Gran Loggia del Nebraska.
Il libro di John Neihardt “Alce Nero Parla” fu oggetto di violente polemiche da parte di rappresentanti del mondo cattolico, polemiche che, da parte di alcuni particolari settori di tale mondo, si prolungano ancora oggi.
Per chiarire il contesto in cui esse si svilupparono, la loro reale portata e le loro assai particolari finalità rinviamo al libro “Il sesto antenato. I testi originali degli insegnamenti di Alce Nero”, a cura di Raymond De Mallie. Il libro raccoglie i documenti originali delle interviste rese a Neihardt da Alce nero, oltre ad interessanti dati storico-biografici. Di particolare valore è la lunga introduzione di De Mallie, che chiarisce in modo definitivo la delicata questione dei rapporti fra Neihardt e Alce Nero, e fra quest’ultimo e la comunità religiosa cattolica locale.

1 commento:

Esone ha detto...

http://www.ibs.it/code/9788845900518/neihardt-john-g/alce-nero-parla-vita.html

Peccato che il libro sia fuori catalogo.