lunedì, marzo 15, 2010

Alce Nero: Il simbolismo del Centro e delle direzioni dello spazio



Per cercare di comprendere la visione di Alce Nero è necessario ricorrere al simbolismo geometrico e, più in particolare, al simbolismo della croce. Tale simbolismo si trova espresso e sviluppato nei rituali e nei simboli massonici dei vari gradi, soprattutto in quello di maestro, dove la croce compare raffigurata nel Quadro di Loggia.
La croce è un simbolo presente in tutte le tradizioni regolari e ortodosse, risalendo alla Tradizione Primordiale, la tradizione unica delle origini di cui tutte le tradizioni storiche secondarie non sono che la derivazione e il riflesso.
Posta verticalmente essa rappresenta "il modo" in cui viene effettuata la realizzazione dell'Uomo Universale, mediante “la perfetta comunione della totalità degli stati dell'Essere gerarchizzati in modo armonico e conforme, nel loro sviluppo integrale secondo i due sensi della “Ampiezza” e della “Esaltazione"”[22].
L'esistenza universale comprende una moltitudine indefinita di gradi o mondi, cui corrispondono degli stati dell’Essere, compresi nella sintesi totale dell'Uomo Universale.
Il braccio orizzontale di una croce a due dimensioni rappresenta lo stato umano (senso dell'ampiezza). Il braccio verticale della stessa rappresenta la moltitudine indefinita degli altri stati dell'essere, superiori ed inferiori allo stato umano, sovrapposti in ordine gerarchico (senso dell'esaltazione). Gli stati dell’essere superiori a quello umano possono essere individuali o sopraindividuali ( corrispondono a questi ultimi gli stati angelici o, secondo la terminologia indù, dei Deva) mentre gli stati inferiori si possono dire infraumani (come quelli titanici, o degli Asura).
Il braccio verticale della croce incontra quello orizzontale in un punto che diviene, in un processo iniziatico avente per supporto lo stato umano, il centro dello stato umano stesso.
Se si concepisce una croce posta su un piano orizzontale che abbia lo stesso centro della precedente croce verticale, si ottiene una “ croce a tre dimensioni, croce i cui rami sono orientati secondo le sei direzioni dello spazio; queste ultime corrispondono ai sei punti cardinali [nord, sud, est, ovest, zenit e nadir] che con il centro formano il settenario”[23].
Prendendo in considerazione il solo stato umano, si può concepirlo come un piano orizzontale attraversato da due rette aventi direzione nord-sud ed est-ovest, che si incrociano in un punto situato al centro di una serie indefinita di cerchi concentrici, rappresentanti le differenti modalità dello stato umano[24].
Alla luce di queste nozioni sul simbolismo della croce, la frase del rituale inglese secondo cui, aperti i lavori, la Loggia è "debitamente aperta sul centro" acquista un significato profondissimo. L’importanza di tale riferimento, e di quello al simbolismo delle direzioni dello spazio, emerge in tutta la sua evidenza da un passo del rituale Emulation di apertura del terzo grado, in cui si menziona una marcia da Oriente ad Occidente intrapresa allo scopo di recuperare i segreti perduti dei liberi muratori, i quali sono conservati nel Centro, punto collocandosi nel quale il maestro libero muratore non può smarrirsi.[25]

Così recita il rituale Emulation:

M. Ven. ...
– Fratello Secondo Sorvegliante, da dove venite?

Sec. Sorv. – Dall’Oriente.

M. Ven. – Fratello Primo Sorvegliante, verso quale direzione siete incamminato?

Pr. Sorv – Verso Occidente.

M. Ven – (al Sec. Sorv.)
Quale motivo vi ha indotto a lasciare l’Oriente per andare verso l’Occidente?

Sec. Sorv - La ricerca di quanto venne smarrito e che noi, grazie alle vostre istruzioni e alla nostra assiduità, speriamo di ritrovare.

M. Ven. – (al Pr. Sorv.)
Che cosa fu perduto?

Pr. Sorv – I segreti genuini del Maestro Muratore.

M. Ven. – (al Sec. Sorv.)
In che modo furono perduti?

Pr. Sorv. – A causa della prematura morte del nostro Mestro Hiram Abif

M. Ven – (al Pr. Sorv.)
Dove sperate i poterli ritrovare?

Pr. Sorv. – Nel Centro

M. Ven. – (al Sec. Sorv.)
Che cos’è un Centro?

Sec. Sorv. – Un punto all’interno di un cerchio, dal quale ciascun punto della circonferenza è equidistante.

M. Ven. –(al Pr. Sorv.)
Perché nel Centro?

Pr. Sorv. – Perché è un punto, quello partendo dal quale nessun Maestro Muratore può smarrirsi.

M. Ven. –Noi vi assisteremo a riparare quella perdita e voglia il Cielo aiutare i nostri sforzi congiunti.

Ex-M. Ven – Così sia

M. Ven. – Fratelli, in nome dell’Altissimo, dichiaro la Loggia debitamente aperta sul Centro, per i lavori della Libera Muratoria del Terzo Grado
Il Centro menzionato nel rituale Emulation è appunto il centro dello stato umano, raggiungendo il quale è possibile dominare tutto lo stato umano stesso ed ascendere agli stati superiori dell’Essere.[26]
La realizzazione iniziatica completa è la realizzazione "effettiva" della totalità dell'Essere. Essa consta di due fasi: una prima fase di sviluppo orizzontale delle possibilità dello stato umano nella sua integralità e d’identificazione col centro dello stesso; una seconda fase in cui l'iniziato, dal centro dello stato umano, si eleva agli stati superiori dell'Essere, i quali non costituiranno essi stessi che delle tappe, poiché l'itinerario iniziatico si concluderà solo con l'integrazione della totalità degli stati molteplici dell’Essere, meta finale che la dottrina indù chiama "Liberazione" e quella del sufismo "Identità suprema".
La prima fase d’identificazione col centro dello stato umano coincide con la realizzazione dei Piccoli Misteri, cioè con la reintegrazione dell’iniziato nello stato edenico dell’Adamo primordiale prima della caduta: qui termina il lavoro massonico considerato in senso stretto, essendo la massoneria una organizzazione iniziatica dei Piccoli Misteri.[27]
Non termina però il lavoro di realizzazione iniziatica, in quanto al compimento dei Piccoli Misteri, cioè al conseguimento della maestria nello stato umano, deve seguire quello dei Grandi Misteri, costituiti dalla realizzazione completa, in verticale e in orizzontale, dell'Uomo Universale.
Nella tradizione massonica la transizione dai piccoli ai grandi misteri è simboleggiata dal passaggio “dalla massoneria della squadra alla massoneria dell’arco” e dal simbolismo dell’ “esaltazione”. Tali simbolismi si ritrovano nel grado inglese del Royal Arch, in cui è accennata l’apertura verso i Grandi Misteri[28].
Conclusioni
Nella visione di Alce nero i simbolismi delle direzioni dello spazio, del cerchio e del centro del mondo hanno un’importanza sovraeminente, così come del resto la hanno in tutte le tradizioni ortodosse, nella massonica prima fra tutte .
Vi compaiono anche altri importanti temi: quello della terra sacra, quello del centro spirituale inteso come centro della stessa, e infine quello di una figura di carattere soteriologico destinata a incarnare pienamente la tradizione restaurandola nella sua iniziale perfezione, anche attraverso atti “di giustizia” di carattere esteriore. Tale figura è presente, con le stesse caratteristiche, in quasi tutte le tradizioni storiche: come Cristo della seconda venuta nel cristianesimo e nell’islam (che sarà preceduto, secondo quest’ultima tradizione, dalla figura riordinatrice e rettificatrice del Mahdi), come Kalki Avatara nell’induismo, come Shaoshant nello zoroastrismo.
Tutti questi temi non appartengono, nella loro essenza simbolica, alle singole tradizioni, ma sono in esse il riflesso degli archetipi universali della Tradizione Primordiale.
In ciò risiede, in ultima analisi, l’importanza e il fascino della visione di Alce nero, che ci è stata preservata e consegnata grazie all’opera del fratello libero muratore John Neihardt, che l’ha saputa in modo così luminoso raccogliere ed interpretare.
[1] ed. Adelphi, 1968
[2] ed. Bompiani, 1986
[3] Il sesto antenato. I testi originali degli insegnamenti di Alce Nero, a cura di Raymond De Mallie, pag 106, ed. Xenia, 1996
[4] vedi William K. Powers, Oglala religion, pag. 86-88, The university of Nebraska press, 1975,1977, Bison Books Printing 1982
[5] Non si può tacere il fatto che moltissimi degli ufficiali e dei soldati dell’esercito degli Stati Uniti d’America a quel tempo erano massoni, così come molti dei dirigenti politici di quel paese. Una spiegazione profonda della tragedia del genocidio dei pellerossa, col susseguirsi di nefandezze ed orrori che la caratterizzò, consiste nel leggervi uno degli ultimi episodi del conflitto millenario fra i popoli nomadi e quelli sedentari, con le loro rispettive tradizioni, conflitto che vede inevitabilmente i popoli nomadi soccombere (vedi l’articolo di René Guénon “Caino e Abele” in “il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi”, pag. 141-147, ed. Adelphi, 1982). Questa realtà della storia tradizionale, per quanto possa apparire ingiusta e inaccettabile sul piano meramente umano, rientra nel misterioso piano del Grande Architetto dell’Universo, in cui gli squilibri parziali sono parti di un superiore equilibrio totale.
[6] Il sesto antenato. I testi originali degli insegnamenti di Alce Nero, a cura di Raymond De Mallie, pag. 43-44
[7] L’arcobaleno, nel simbolismo tradizionale, “è il ponte che collega il mondo sensibile con quello sovrasensibile” (René Guénon, Il re del mondo, pag. 19, ed. Adelphi, 1977)
[8] Il sesto antenato, pag. 61
[9] Il sesto antenato, pag. 146
[10] ibidem pag. 148
[11] vedi René Guénon, Il Re del Mondo, pag. 30-31
[12] Il sesto antenato, pag. 157
[13] ibidem pag. 160
[14] ibidem pag. 162
[15] ibidem pag. 164
[16] ibidem pag. 165
[17] ibidem, pag. 166
[18] ibidem pag. 168-173
[19] Alce nero parla, pag. 275, ed. Adelphi, 1988
[20] Il sesto antenato, pag. 76-80
[21] Alce nero parla, pag. 47-48
[22] René Guénon, Il Simbolismo della Croce, pag. 29, ed. Luni, 1998
[23] ibidem, pag. 36
[24] ibidem pag. 107
[25] Emulation Ritual - Grado di Maestro Libero Muratore, pag. 12-13, G.O.I. ed. Erasmo 2004
[26] Non a caso, nel rito di fondazione della città romana antica, dopo aver individuato un punto atto a rappresentare il centro della città si descriveva un cerchio, poi si determinavano i due punti corrispondenti all'Est e all'Ovest individuando così il Decumano, indi, attraverso la nota costruzione con compasso, si individuavano il Nord e il Sud, ottenendo il Cardo.
[27] vedi l’articolo di René Guénon “Riunire ciò che è sparso” né Simboli della Scienza Sacra, pag. 259-262, ed. Adelphi, 1978
[28] vedi l’articolo di René Guénon “La pietra angolare” in Simboli della Scienza Sacra, pag. 238-250, ed Adelphi

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