martedì, maggio 17, 2011

Pripyat


(articolo tratto da http://viaggi.libero.it/)

La città fantasma ucraina

C'era una volta una città pensata per ospitare i lavoratori di Cernobyl. E oggi che cosa rimane? Scoprite con noi i segreti di Pripyat.

I suoi lavori di costruzione iniziarono appena quarant’anni fa, esattamente il 4 febbraio 1970: nacque con le intenzioni di accogliere i lavoratori ed i costruttori della centrale nucleare di Chernobyl, con le loro relative famiglie. La qualità della vita qui era alta, rispetto al resto dell’Unione Sovietica: nel 1986 si contavano circa 47mila abitanti. Prima dell’abbandono definitivo in seguito al disastro nucleare: il 26 aprile 1986 si verifica il più grave incidente nucleare della storia.
Qui tutto era moderno e funzionale: due ospedali, di cui uno pediatrico, due hotel, un centro commerciale, tanti ristoranti, bar, cinema, teatro, piscina coperta ed aiuole. Tante aiuole, tanto da essere stata battezzata come la Città dei fiori. La città è attualmente completamente disabitata: tutto è fermo a quel mese di aprile, quando l’uomo si è distrutto con le sue stesse mani.

Tutto è come allora: macchine da scontro, bambole abbandonate per strada, case completamente arredate, armadi pieni, tavole apparecchiate e fotografie sparse per gli uffici. Come nel peggiore dei film del terrore. Gli abitanti lasciarono la città con la convinzione che la loro sarebbe stata un’assenza temporanea, un massimo di tre settimane, a causa di "un lieve incidente" avvenuto alla Centrale elettronucleare, come in prima battuta venne loro detto. Il resto è storia.

Eppure qui vive ancora un gruppo esiguo di persone che ha voluto riappropriarsi delle proprie case a costo della propria vita. O di quel che ne è rimasto. E vivono tra edifici pericolanti e alimenti radioattivi, strade a rischio di crollo e la puzza di morte urbana che si respira in ogni angolo della città. Insieme ad animali selvatici che si sono impadroniti della zona e che sono sottoposti ad i venti radioattivi che si diffondono ancora per intere miglia.

Dalle strade asfaltate fuoriescono piante ed alberi, i supermercati ancora pieni emanano odori di muffe, l’acqua dei torrenti è contaminata. Il parco giochi, allestito per i festeggiamenti del primo maggio, è la zona più radioattiva, essendo la zona più vicina a Chernobyl. Qui il vento portò le prime particelle radioattive, giunte qui dopo aver distrutto la foresta in poche ore, soprannominata Foresta Rossa per il colore che assunse a causa della contaminazione. Si calcola che le radiazioni rimarranno nell’area per circa 48mila anni. E che la zona potrà essere nuovamente abitata tra circa 600 anni. Nella speranza che l’uomo inizi ad imparare dai propri errori.


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