sabato, gennaio 22, 2011

Quando ci avete rubato la Terra ci avete rubato il Paradiso

"Per voi uomini bianchi il Paradiso è in cielo; per noi il Paradiso è la Terra.
Quando ci avete rubato la Terra ci avete rubato il Paradiso".
Piccola Foglia

"La terra fu creata con l'aiuto del sole, e tale dovrebbe restare... La terra fu fatta
senza linee di demarcazione, e non spetta all'uomo dividerla... Io non ho mai detto
che la terra è mia per farne ciò che mi pare. L'unico che ha il diritto di disporne è
chi l'ha creata. Io chiedo il diritto di vivere sulla mia terra e di accordare a voi
il privilegio di vivere sulla vostra".
Heinmont Tooyalaket dei Nez Percés

"Il corpo muore. Il corpo è semplicemente ciò che l'anima materialmente possiede.
E' il suo involucro. L'anima prosegue la sua vita".
Susie Billie- Seminole

"Quando togliamo qualcosa alla terra, dobbiamo anche restituirle qualcosa.
Noi e la Terra dovremmo essere compagni con uguali diritti. Quello che noi
rendiamo alla Terra può essere una cosa così semplice e allo stesso tempo
così difficile come il rispetto".
Jimmie Begay - Indiano Navajo

"Non perseguitare e non deridere mai un tuo simile per la sua Religione. Rispetta invece
ciò in cui lui crede, se vuoi che lui, in cambio, rispetti te".
Tecumseh

"Tu che possiedi il giorno fallo bello. Prendi i colori del tuo arcobaleno e sarà bello".
Nootkan

"Io non ho mai rivendicato il diritto di poter fare con la terra quello che ritengo giusto.
L'unico che ha un tale diritto è colui che l'ha creata".
Capo Giuseppe

"Io sono soltanto un uomo. Sono la voce del mio popolo. Quali che siano i loro sentimenti, io dico questo. Non voglio più la guerra.
Voglio essere un uomo. Voi mi negate il diritto di un uomo bianco. La mia pelle è rossa;
il mio cuore è come il cuore di un uomo bianco; ma io sono un Modoc.
Non ho paura di morire. Non cadrò sulle rocce.
Quando muoio i miei nemici saranno sotto di me. I vostri soldati mi hanno attaccato mentre dormivo sul fiume Lost. Essi ci hanno spinto su queste rocce come un cervo ferito..."
Kintpuash (Capitan Jack) dei Modoc

Non si inizi nessun discorso senza mostrare per prima cosa umiltà.
"Io sono ignorante, un pover'uomo", è così che cominciano tutti i discorsi.
"Io non so nulla più di voi che siete seduti intorno a me, ma io vorrei offrirvi il mio umile parere".
Allen C. Quetone, Kiowa

domenica, gennaio 16, 2011

Le mie ore più felici sono quelle in cui non penso a nulla

Sapendo perfettamente come le cose insignificanti abbiano la capacità di torturarmi, evito deliberatamente il contatto con le cose insignificanti. Chi, come me, soffre quando una nuvola passa davanti al sole, come potrebbe non soffrire nell'oscurità del giorno perennemente annuvolato della sua vita? La mia solitudine non consiste in una ricerca di felicità, che non ho la forza di raggiungere; nè di tranquillità, che si ottiene soltanto se non la si è mai perduta. Ma è una ricerca di sonno, di annullamento, di piccola rinuncia.
Le quattro pareti della mia stanza disadorna sono per me al contempo prigione e lontananza, letto e bara. Le mie ore più felici sono quelle in cui non penso a nulla, in cui non voglio nulla, in cui non sogno neppure, perso in un torpore di vegetale errato, mero muschio cresciuto sulla superficie della vita. E senza amarezza assaporo l'assurda consapevolezza di non essere nulla, sapore previo della morte e della cancellazione.
No ho mai avuto qualcuno da poter chiamare "Maestro". Nessun Cristo è morto per me. Nessun Budda mi ha indicato una strada. Sulla cima dei miei sogni nessun ApoIlo e nessuna Minerva mi sono mai apparsi per illuminare la mia anima.

(Fernando Pessoa, da "Il Libro dell'Inquietudine di Bernardo Soares")

mercoledì, gennaio 05, 2011

Il superstite


A B.V.
Since then, at an uncertain hour,
Dopo di allora, ad ora incerta,
Quella pena ritorna,
E se non trova chi lo ascolti
Gli brucia in petto il cuore.
Rivede i visi dei suoi compagni
Lividi nella prima luce,
Grigi di polvere di cemento,
Indistinti per nebbia,
Tinti di morte nei sonni inquieti:
Sotto la mora greve dei sogni
Masticando una rapa che non c'è.
"Indietro, via di qui, gente sommersa,
Andate. Non ho soppiantato nessuno,
Non ho usurpato il pane di nessuno,
Nessuno è morto in vece mia. Nessuno.
Ritornate alla vostra nebbia.
Non è colpa mia se vivo e respiro
E mangio e bevo e dormo e vesto panni".

04.02.1984

(Primo Levi, da "Ad Ora Incerta")