lunedì, dicembre 21, 2009

Discorsi di Capo Giuseppe dei Nez Perces



I primi uomini bianchi
I primi uomini bianchi del vostro popolo che arrivarono nella nostra terra si chiamavano Lewis e Clark. Portarono molte cose che la nostra gente non aveva mai visto. Parlavano chiaro e la nostra gente li festeggiò per dimostrare che i loro cuori erano amichevoli. Essi offrirono doni ai nostri capi e la nostra gente offrì loro doni. Noi avevamo moltissimi cavalli e cedemmo loro quelli di cui avevano bisogno, ed essi ci diedero in cambio fucili e tabacco. Tutti i Nez Percés fecero amicizia con Lewis e Clark e acconsentirono a lasciarli passare per la loro terra e non fare mai la guerra all'uomo bianco. Questa promessa i Nez Percés non l'hanno mai infranta.

Per un po' di tempo abbiamo vissuto tranquillamente
Ma non poteva durare. Gli uomini bianchi trovarono l'oro nelle montagne della regione dell'Acqua Serpeggiante. Ci rubarono numerosi cavalli e noi non potevamo far niente per riaverli perché eravamo indiani. Gli uomini bianchi dicevano bugie. Portarono via molto del nostro bestiame. Alcuni uomini bianchi marchiarono il nostro bestiame così che noi non potevamo più reclamarlo indietro. Non avevamo amici per perorare la nostra causa di fronte ai tribunali. Mi sembra che alcuni uomini bianchi nel Wallowa facessero queste cose apposta per provocare una guerra. Sapevano che non eravamo abbastanza forti per combatterli. Io mi sono sforzato molto per evitare problemi e spargimento di sangue. Abbiamo ceduto una parte della nostra terra agli uomini bianchi, pensando così di poter avere la pace. Ci sbagliavamo. Gli uomini bianchi non potevano lasciarci tranquilli. Avremmo potuto vendicarci molte volte dei torti subiti, ma non lo facemmo. Ogni volta che il governo ci ha chiesto aiuto contro altri indiani, non abbiamo mai rifiutato. Quando gli uomini bianchi erano pochi e noi eravamo forti avremmo potuto ucciderli, ma i Nez Percés vogliono vivere in pace.
In base al trattato che altre bande di Nez Percés avevano sottoscritto, l'uomo bianco pretendeva di avere la mia terra. Avevamo problemi con tutti quegli uomini bianchi che premevano lungo i confini. Alcuni erano uomini buoni, e noi vivevamo in pace con loro, ma non tutti erano buoni.
Quasi tutti gli anni veniva l'agente da Lapwai e ci ordinava di ritirarci nella riserva. Abbiamo sempre risposto che stavamo bene nel Wallowa. Stavamo attenti a rifiutare tutti i regali e i compensi che ci offriva. In tutti questi anni, da quando l'uomo bianco arrivò nel Wallowa, siamo stati minacciati e imbrogliati da loro e dal trattato dei Nez Percés.
Non ci concedevano tregua. Avevamo alcuni amici fra gli uomini bianchi ed essi ci hanno sempre consigliato di sopportare i soprusi senza combattere. I nostri giovani sono irruenti per carattere e io ho dovuto penare molto per trattenerli dal compiere azioni affrettate.
Ho portato sulle spalle un grande peso da quando ero solo un ragazzo. Ho imparato che noi eravamo pochi, mentre gli uomini bianchi erano molti, e che non potevamo tenerci quello che era nostro se c’erano loro. Noi eravamo come cervi. Essi erano come orsi grizzly. Noi avevamo una piccola terra. La loro terra era grande. Noi eravamo contenti che le cose rimanessero come sono, come le aveva disposte il Grande Capo Spirito. Essi non volevano così, essi avrebbero cambiato le montagne e i fiumi se non si adattavano alle loro esigenze.

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