giovedì, settembre 29, 2011

Il mostro


Ecco spuntare da un mondo lontano
l'ultimo mostro peloso e gigante
l'unico esempio rimasto di mostro a sei zampe

Quanto mi piace vederlo passare,
cosa farei per poterlo toccare
io cosa farei...

Dicono che sia capace di uccidere un uomo
non per difendersi, solo perché non è buono

Dicono loro che sono scienziati affermati
classe di uomini scelti e di gente sicura
Ma l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura
il mostro ha paura...

E' alla ricerca di un posto lontano dal male
certo una grotta in un bosco sarebbe ideale
ma l'unico posto tranquillo è quel vecchio cortile
l'unico spazio che c'è per un grande animale

Dicono Siamo in diretta lo scoop è servito
questa è la tana del mostro, l'abbiamo seguito
Dicono loro che sono cronisti d'assalto
classe di uomini scelti di gente sicura
Ma l'unica cosa evidente
l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura
il mostro ha paura...

Basta passare la voce che il mostro è cattivo
poi aspettare un minuto e un esercito arriva
bombe e fucili ci siamo, l'attacco è totale
gruppi speciali circondano il vecchio cortile

Dicono che sono pronti a sparare sul mostro
Lo prenderemo sia vivo che morto sul posto!
Dicono loro che sono soldati d'azione
classe di uomini scelti e di gente sicura
ma l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura
il mostro ha paura...

Vorrebbe farsi un letargo e prova a chiudere gli occhi
ma lui sa che il letargo viene solo d'inverno
riapre gli occhi sul mondo, questo mondo di mostri
che hanno solo due zampe ma sono molto più mostri

Gli resta solo una cosa
chiamare il suo mondo lontano
lo fa con tutto il suo fiato, ma sempre più piano...
Vorrei poterlo salvare, portarlo via con un treno
lasciarlo dopo la pioggia, là sotto l'arcobaleno...




(Samuele Bersani, Il Mostro, tratto dall'album "C'hanno preso tutto" del 1992)

mercoledì, settembre 14, 2011

Wovoka (Paiute, 1856-1932)


" Dio mi ha spinto a dire alla mia gente di essere buona, di amarsi l'un l'altro, di non combattere, rubare o mentire. Mi ha trasmesso questa danza, perché io potessi passarla al mio popolo. "

Il padre di Wovoka, Tavibo, era un profeta noto tra i Paiute. Molto presto portò Wovoka con sé nelle sue peregrinazioni tra i campi paiute che erano distribuiti su un enorme territorio. Fu così che Wovoka prese confidenza con la religione del suo popolo, impregnata da un profondo sentimento di devozione per piante, animali e la natura in genere. I Paiute del Nord avevano inoltre una inclinazione particolare per rituali e cerimonie. Alla morte del padre, il ragazzo, quattordicenne, fu accolto dalla famiglia di David Wilson, un rancher, e gli fu dato il nome Jack, per cui lo si conosce anche come Jack Wilson. Al suo padre adottivo, pio e rispettoso della Bibbia, Wovoka deve la profonda venerazione per la vita e l'opera di Cristo, così come suscitavano in lui grande interesse i miracoli di Cristo, oltre all'idea della venuta del Messia. Wovoka si occupò intensamente di problemi religiosi e durante i suoi viaggi conobbe molte sette e ne studiò l'influenza sulle persone e a poco a poco si fece delle profonde opinioni personali. Due mondi, quello del Cristianesimo e quello della religione legata alla natura del suo popolo, si fusero in lui per dar vita a una cosa unica, che rappresentava la base del Ghost-Dance-Bewegung. Come raccontò in seguito, Wovoka, dopo essere guarito da una forte febbre, ebbe una visione:

"Quando il sole tramontò, andai in cielo e vidi Dio e tutti gli uomini morti da tempo. Dio mi incaricò di tornare e dire al mio popolo di essere buoni, di amarsi l'un l'altro, di non combattere, rubare o mentire. Mi ha trasmesso il segreto di questa danza perché io potessi passarla al mio popolo."

Basandosi sull'eclissi solare che i Paiute indicavano come data, si può dedurre che la visione dovrebbe essere avvenuta il 1° gennaio 1889. Quel giorno infatti vi era stata un'eclisse totale di sole e questo episodio ci fa ricordare Tenskwatawa, fratello di Tecumseh, che aveva profetizzato - nell'estate del 1806 - che il sole si sarebbe oscurato e quando accadde realmente, fu ritenuto il più potente profeta del "vecchio Nord-Ovest" e poté aiutare suo fratello Tecumseh a realizzare le proprie idee. Wovoka non aveva, però, scopi politici. Era convinto di dover trasmettere il messaggio del Grande Spirito. Fece confluire nella danza una parte consistente dei rituali di diverse religioni. Wovoka non si considerava una divinità, ma la gente della sua tribù lo indicava come il messia. Per spiegarlo si può pensare a numerose sette, come per esempio i Mormoni, che credevano nella reincarnazione di Cristo sulla terra. Il testo dell'annuncio di Wovoka del messaggio del Grande Spirito è il seguente:

"Tutti gli Indiani devono ballare in ogni luogo, non devono mai smettere di ballare. Molto presto, già la prossima primavera, verrà il Grande Spirito. Riporterà tutta la selvaggina... Tutti gli Indiani si leveranno e torneranno a vivere. Diventeranno forti come uomini giovani, torneranno a essere giovani. Se anche un indiano è vecchio e cieco, tornerà giovane e potrà godere la vita. Quando il Grande Spirito tornerà, gli indiani saliranno sulle montagne, lontani dai bianchi che non potranno far loro del male. Quando gli Indiani saranno in alto arriverà una grande massa d'acqua e tutti i bianchi annegheranno, poi l'acqua si ritirerà e ovunque ci saranno solo indiani e ci sarà molta selvaggina. Infine lo stregone inviterà tutti gli Indiani a continuare a ballare e comincerà un periodo felice!"

Nonostante Wovoka non avesse alcuno scopo politico con i suoi insegnamenti, gli effetti furono assolutamente politici. La Ghost-dance, come fu chiamata quella predicata dal "Messia" dei Paiute, si trasformò ben presto in un grande movimento che trovò aderenti specie tra le tribù degli Altopiani. La situazione che per la maggior parte di questi indiani costituiva il terreno più adatto per il movimento della Ghost-dance dipendeva dal fatto di essere stati strappati dal modo di vivere cui erano abituati, stipati nelle riserve, dove vegetavano apatici e dipendevano da quello che l'Agente per gli Indiani passava loro, come se si trattasse di un'elemosina, anche se questo, in realtà, non era che una parte infinitesimale di ciò che era stato loro tolto. Il governo arrivò a proibire agli indiani anche la "danza del sole", da cui gli indiani avevano tratto forza negli anni difficili della guerra contro gli Americani. Quando gli indiani vennero a sapere dell'esistenza di un Messia ripresero a sperare e vollero saperne di più. Kicking Bear, Short Bull e Porcupine, tre Holy Men della riserva in Sud Dakota, decisero di andare in Nevada dal Messia per ascoltare il suo messaggio con le proprie orecchie. Fecero la prima parte del viaggio in treno e proseguirono a cavallo. Dagli indiani Paiute, che avevano messo i cavalli a loro disposizione, seppero che il Red God of Nevada (il dio rosso del Nevada) viveva a Walker Lake, dove si erano già radunate alcune centinaia di indiani delle più diverse tribù: Arapaho, Cheyenne, Shohoni e Bannock. Il Messia fece dire loro di aspettare, che sarebbe arrivato subito. Ognuno di loro, come raccontò poi Porcupine al maggiore Carroll, ricevette una noce bianca che doveva mangiare. Poco prima del tramonto del terzo giorno, comparve Wovoka: non era un bianco, come avevano supposto, ma uno di loro! Ai presenti disse:

"Vi ho fatto venire e mi rallegro oggi di vedervi. Poi vi racconterò dei vostri parenti che sono morti e hanno lasciato la terra. Figli miei, desidero che ascoltiate attentamente ciò che ho da dirvi. Vi insegnerò una danza e desidero che voi danziate. Preparatevi per la danza e quando sarà finita, vi parlerò."

Porcupine prosegue nel racconto:

"Poi danzarono mentre il Messia cantava. Danzarono fino a notte fonda, finché non disse che era sufficiente. Il mattino successivo vidi il Messia di nuovo e questa volta sembrava completamente diverso. Non era scuro come un indiano, ma non era neanche chiaro come un bianco. Non aveva la barba, ma aveva le sopracciglia molto folte ed era di bell'aspetto. Ci dissero che non avremmo dovuto parlare, perché il Messia ci avrebbe udito anche se fossimo rimasti in silenzio. Ci parlò tutto il giorno, poi cominciò a cantare, tutto il suo corpo fu scosso da un tremito e infine si sdraiò. Danzammo tutta la notte, mentre il Messia giaceva a terra, come morto. Il mattino seguente ci ritrovammo e il Messia ci disse:

«Sono l'uomo che ha creato tutto ciò che vi circonda, non vi mento, figli miei. Creai questa terra e tutto ciò che vi si trova sopra. Ero in cielo e ho visto i vostri amici morti ho visto anche mio padre e mia madre. All'inizio, dopo che Dio creò la terra, mi mandò indietro perché predicassi agli uomini e quando venni gli uomini si spaventarono e mi trattarono male. Guardate cosa mi hanno fatto (e mostrò le ferite). Non tentai di difendermi. Decisi che i miei figli erano cattivi e quindi lasciai e tornai in cielo. Dissi loro che sarei tornato, per rivederli. Trascorso questo periodo, fui rimandato sulla terra per tentare ancora di predicare agli uomini. Mio padre mi disse che la terra era invecchiata e consumata e gli uomini erano diventati cattivi, e che il mio compito era quello di riportare tutto allo stadio iniziale e migliorarlo».

Tornai dalla mia tribù per raccontare tutto ciò che il Messia mi aveva incaricato di raccontare a tutti.
"

Toro Seduto si fece raccontare tutto del viaggio da Kicking Bear. In un lampo il movimento della Ghost-dance si propagò, gli Indiani tornarono a sperare, indossavano la Ghost-shirt, un abito speciale per la Ghost-dance che avrebbe dovuto renderli forti contro le pallottole e danzavano fino a che non cadevano in estasi. In questo stato vedevano tutto come lo aveva descritto il Messia e dimenticavano la realtà della loro triste esistenza. Nonostante il movimento non avesse niente che facesse pensare alla guerra, gli agenti degli indiani osservavano con diffidenza gli indiani che si riunivano e danzavano insieme. Per ignoranza e in parte anche per odio, comunicarono che si stava preparando una rivolta e chiesero rinforzi militari. Mentre l'assassinio di Toro Seduto, in condizioni normali, avrebbe provocato una rivolta degli Sioux, ora le profezie di Wovoka che prevedevano che i bianchi in primavera sarebbero stati annientati da un'enorme massa d'acqua, li convinse a non imbracciare le armi. Ma il sogno del ritorno degli indiani morti e della scomparsa di tutti i bianchi, si infranse sotto i colpi mortali di Wounded Knee. La notizia di questa atrocità riempì Wovoka di orrore e di spavento perché mai i suoi insegnamenti avevano incitato all'uso della forza. La Ghost-dance fu praticata solo sporadicamente e più o meno, si verificò il senso del commento di Nuvola Rossa sul messaggio di Wovoka:

"Se è vero si spargerà per tutta la terra, se non è vero si scioglierà come neve sotto i raggi caldi del sole."

Il creatore del movimento della Ghost-dance morì, quasi dimenticato, il 20 ottobre 1932, nella sua capanna sul Walker Lake. Dovette infine riconoscere che per gli Indiani non vi era che una strada:

"Figli miei, figli miei! In anni molto lontani vi ho invitato ad andare a caccia o di mettervi sul sentiero di guerra. Ora tutti questi sentieri sono coperti dalla sabbia o vi è cresciuta l'erba; gli uomini giovani non riescono più a trovarli. Figli miei, oggi vi invito a seguire un nuovo sentiero, l'unico sentiero che vi resti ora aperto: il sentiero dell'uomo bianco..."

venerdì, settembre 02, 2011

Ode alla Notte


Vieni, Notte antichissima e identica,
Notte Regina nata detronizzata,
Notte internamente uguale al silenzio, Notte
con le stelle, lustrini rapidi
sul tuo vestito frangiato di Infinito.
Vieni vagamente,
vieni lievemente,
vieni sola, solenne, con le mani cadute
lungo i fianchi, vieni
e porta i lontani monti a ridosso degli alberi vicini,
fondi in un campo tuo tutti i campi che vedo,
fai della montagna un solo blocco del tuo corpo,
cancella in essa tutte le differenze che vedo da lontano di giorno,
tutte le strade che la salgono,
tutti i vari alberi che la fanno verde scuro in lontananza,
tutte le case bianche che fumano fra gli alberi
e lascia solo una luce, un'altra luce e un'altra ancora,
nella distanza imprecisa e vagamente perturbatrice,
nella distanza subitamente impossibile da percorrere.
Nostra Signora
delle cose impossibili che cerchiamo invano,
dei sogni che ci visitano al crepuscolo, alla finestra,
dei propositi che ci accarezzano
sulle ampie terrazze degli alberghi cosmopoliti sul mare,
al suono europeo delle musiche e delle voci lontane e vicine,
e che ci dolgono perché sappiamo che mai li realizzeremo.
Vieni e cullaci,
vieni e consolaci,
baciaci silenziosamente sulla fronte,
cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d'essere baciati
se non per una differenza nell'anima
e un vago singulto che parte misericordiosamente
dall'antichissimo di noi
laddove hanno radici quegli alberi di meraviglia
i cui frutti sono i sogni che culliamo e amiamo,
perché li sappiamo senza relazione con ciò che ci può
essere nella vita.
Vieni solennissima,
solennissima e colma
di una nascosta voglia di singhiozzare,
forse perché grande è l'anima e piccola è la vita,
e non tutti i gesti possono uscire dal nostro corpo,
e arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio
e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo.
Vieni, dolorosa,
Mater Dolorosa delle Angosce dei Timidi,
Turris Eburnea delle Tristezze dei Disprezzati,
fresca mano sulla fronte febbricitante degli Umili,
sapore d'acqua di fonte sulle labbra riarse degli Stanchi.
Vieni, dal fondo
dell'orizzonte livido,
vieni e strappami
dal suolo dell'angustia in cui io vegeto,
dal suolo di inquietudine e vita-di-troppo e false sensazioni
dal quale naturalmente sono spuntato.
Coglimi dal mio suolo, margherita trascurata,
e fra erbe alte margherita ombreggiata,
petalo per petalo leggi in me non so quale destino
e sfogliami per il tuo piacere,
per il tuo piacere silenzioso e fresco.
Un petalo di me lancialo verso il Nord,
dove sorgono le città di oggi il cui rumore ho amato come un corpo.
Un altro petalo di me lancialo verso il Sud
dove sono i mari e le avventure che si sognano.
Un altro petalo verso Occidente,
dove brucia incandescente tutto ciò che forse è il futuro,
e ci sono rumori di grandi macchine e grandi deserti rocciosi
dove le anime inselvatichiscono e la morale non arriva.
E l'altro, gli altri, tutti gli altri petali
– oh occulto rintocco di campane a martello nella mia anima! –
affidali all'Oriente,
l'Oriente da cui viene tutto, il giorno e la fede,
l'Oriente pomposo e fanatico e caldo,
l'Oriente eccessivo che io non vedrò mai,
l'Oriente buddhista, bramanico, scintoista,
l'Oriente che è tutto quanto noi non abbiamo,
tutto quanto noi non siamo,
l'Oriente dove – chissà – forse ancor oggi vive Cristo,
dove forse Dio esiste corporalmente imperando su tutto...
Vieni sopra i mari,
sopra i mari maggiori,
sopra il mare dagli orizzonti incerti,
vieni e passa la mano sul suo dorso ferino,
e calmalo misteriosamente,
o domatrice ipnotica delle cose brulicanti!
Vieni, premurosa,
vieni, materna,
in punta di piedi, infermiera antichissima che ti sedesti
al capezzale degli dei delle fedi ormai perdute,
e che vedesti nascere Geova e Giove,
e sorridesti perché per te tutto è falso, salvo la tenebra e il silenzio,
e il grande Spazio Misterioso al di la di essi... Vieni, Notte silenziosa ed estatica,
avvolgi nel tuo mantello leggero
il mio cuore... Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,
con le stelle che brillano (o Travestita dell'Oltre!),
polvere di oro sui tuoi capelli neri,
e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto.
Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi
Quando tu entri ogni voce si abbassa
Nessuno ti vede entrare
Nessuno si accorge di quando sei entrata,
se non all'improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie,
che tutto perde i contorni e i colori,
e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all'orizzonte,
già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna comincia il suo giorno.


(F. Pessoa)